Se state programmando le vostre vacanze in Sicilia per la prossima estate o semplicemente un weekend fuori porta, una delle mete che vi consiglio è Tindari: mare, archeologia e spiritualità in un piccolo promontorio che si affaccia sul golfo di Patti, con una vista mozzafiato sulle isole Eolie. Ecco cosa vedere a Tindari e dintorni.
Continua il viaggio attraverso le mete più caratteristiche (e non) della mia Sicilia.
Dopo avervi raccontato di Cefalù e cosa vedere in un giorno di questa bellissima località sul mare, questa volta voglio parlarvi di Tindari.
Se ricordate, Andrea Camilleri intitolò uno dei suoi famosi romanzi di Montalbano proprio "La gita a Tindari", ma nel suo racconto si accennava appena a questa località, poichè la vicenda si svolgeva nella Vigata del suo commissario.
Oggi invece andremo alla scoperta di questo promontorio a pochi km da Patti, in provincia di Messina, che si affaccia sulla costa tirrenica. Nota principalmente per il Santuario della Madonna Nera di Tindari e per i laghetti di Marinello, Tindari ospita anche una vasta area archeologica di origine greca, Tyndaris.
🌈 DOVE SI TROVA E COME ARRIVARE A TINDARI
Sono stata a Tindari qualche annetto fa, infatti alcune di queste foto sono un pò datate.Arrivare a Tindari non è complicatissimo. Se arrivate da Messina basta percorrere l'autostrada A20, uscita Falcone. Se invece venite da Palermo o dalle altre province, percorrete sempre la A20 e uscite a Patti. Seguite poi la segnaletica per Tindari lungo la SS113 e lasciate l'auto nel parcheggio a valle, proseguendo con il bus navetta fino al Santuario.
C'è da dire che il percorso autostradale della Palermo-Messina comprende per un buon 70% solo gallerie. Nel tratto compreso tra Cefalù e Patti, in particolare, si arriva anche al 90%. Sembra un pò come viaggiare di notte! Molte gallerie tra l'altro sono scarsamente illuminate. La A20 attraversa, nel vero senso della parola, la zona montuosa tra le Madonie e i Nebrodi e gli squarci di paesaggio sono davvero minimi, in quanto si susseguono solamente tra una galleria e l'altra nell'intervallo di poche centinaia di metri.
In alternativa sarebbe preferibile percorrere la SS116 Palermo-Messina: la strada è più tortuosa e si è costretti ad attraversare tutti i centri abitati sulla costa come ad esempio Capo d'Orlando e Santo Stefano di Camastra, ma in compenso si possono ammirare dei paesaggi e degli scorci di Sicilia che il mondo ci invidia...
⛅ TINDARI: COSA VEDERE
La prima tappa appena arrivati a Tindari è il Santuario della Madonna Nera.Edificato nel 1500, più volte distrutto dai terremoti (è una zona altamente sismica) e poi ricostruito, l'ampliamento odierno è stato completato nel 1979.
All'interno il Santuario è un trionfo di granito policromo lucido e mosaici, in stile moderno molto anni 70/80, e di vetrate multicolori.
L'espressione serena e ultraterrena del suo viso, scolpito in legno di cedro, riesce ad impressionarti nel profondo. E' come se ti trasmettesse qualcosa, a prescindere che tu creda o no.
Tindari, Santuario della Madonna Nera |
Statua della Madonna Nera di Tindari |
Al momento di ripartire però la nave non riuscì più a muoversi. I marinai lasciarono a terra il carico, pensando che fosse questo l'impedimento, ma fu solo quando abbandonarono la statua sulla spiaggia che la nave poté riprendere il mare.
La statua della Madonna Nera venne quindi portata sul colle soprastante, all'interno di una piccola cappella pre-esistente, e divenne oggetto di venerazione per i miracoli che compiva.
Oggi il Santuario di Tindari è meta di pellegrinaggio ed è uno dei luoghi di culto più visitati e importanti in Sicilia.
Dal vasto sagrato della Chiesa si gode di una vista mozzafiato sul golfo di Patti e sulle isole Eolie che si intravedono all'orizzonte.
Peccato però che molto dello spazio antistante il Santuario sia occupato da un mercato di souvenir. Sono più i mercanti che le persone che vi abitano (ufficialmente il borgo di Tindari conta una quarantina di abitanti), ma del resto il turismo è l'unica fonte di economia del posto.
Percorrendo un centinaio di metri (o poco più) a piedi, si arriva all'area archeologica di Tyndaris, dall'altro capo del promontorio. Lungo il percorso si intravede qualche resto dell'antica cinta muraria della città, risalente all'epoca della sua fondazione: rimangono dei grandi massi squadrati, franati e scomposti in più punti a perdita d'occhio fino a valle.
Ingresso dell'area archeologica di Tyndaris |
La colonia greca fu fondata dal tiranno di Siracusa Dioniso il Vecchio nel 396 a.C. per ospitare i profughi spartani sfuggiti alla guerra del Peloponneso. Il suo nome deriva dai Dioscuri, divinità protettrici della città, detti anche Tindaridi, figli del re di Sparta Tindaro e di Leda, madre della più famosa Elena (colei che scatenò la guerra di Troia). Edificata in posizione strategica, fu presidio cartaginese, poi romano e infine bizantino, fino al lento declino in epoca araba.
Nonostante sia stata costruita in forte pendenza proprio sul dorso della collina, è sorprendente la perizia e la maestosità con cui l'urbanizzazione si sia fusa perfettamente col territorio. Una delle testimonianze più imponenti è ciò che resta della Basilica. Contrariamente a quanto si possa pensare oggi, la Basilica non era un edificio religioso ma rappresentava il centro nevralgico dell'amministrazione cittadina e ospitava l'agorà e probabilmente anche un ginnasio. Oggi rimangono solo le grandi arcate a botte del primo settore, una minima parte dell'assetto originario.
Basilica di Tyndaris |
Questa sono io sotto una delle arcate a botte della Basilica: sembro piccolissima! |
Particolare di un pavimento in mosaico di una villa patrizia dell'Insula Romana, Tindarys |
Peristilio di una villa patrizia sull'Insula Romana, Tyndaris |
Teatro Greco-Romano, Tindari |
Anche in questo caso è rimasto ben poco. Di origine greca, fu poi trasformato in arena per gladiatori in epoca romana ed è ciò che più è rimasto visibile di tutta la struttura. Sfruttando la conformazione naturale della collina, la cavea è disposta di fronte al mare, regalando uno spettacolo mozzafiato e una cornice ideale alle rappresentazioni teatrali che vi si tengono soprattutto nelle sere d'estate.
Busto di Augusto esposto all'Antiquarium di Tyndaris |
🌅 TINDARI MARE E DINTORNI
Non è vacanza in Sicilia se non si va al mare. Nei dintorni di Tindari vi è una riserva naturale che è tra le più belle dell'isola. Si tratta dei Laghetti di Marinello, una riserva naturale orientata e area protetta, che sorge proprio sul mare. La sua caratteristica è quella di cambiare aspetto morfologico periodicamente, a causa dell'azione del mare che, portando sabbia e ghiaia sulla costa, provoca la formazione di laghetti di acqua salmastra. Nella parete rocciosa inoltre sono presenti delle grotte che è possibile visitare.Laghetti di Marinello |
la sicilia come tutt'Italia è ricca di posti meravigliosi, non sono mai stata a Tindari, ma devo dire che sembra bellissima
RispondiEliminache meraviglia quella basilica, farei tantissime foto! la Sicilia non l'ho ancora visitata ma vorrei venirci al più presto, è magnifica!
RispondiEliminaChe bella tindari non ci sono mai stata ma credo che sarà la meta del mio prossimo viaggio
RispondiEliminama wow che spettacolo, la Sicilia è tutta bella ma Tindari è davvero uno spettacolo!
RispondiEliminache meraviglia!
RispondiEliminaAdoro Tindari sia per il santuario e il parco archeologico sia per la bellezza del paesaggio! Un luogo da visitare certamente!
RispondiEliminaDa fan sfegatata di Montalbano, anche io ho immediatamente pensato a "La gita a Tindari".
RispondiEliminaLe tue immagini sono incommentabili, semplicemente stupende (modestamente al sud abbiamo una marcia in più...facciamo anche due marce :D)
Che posto fantastico, non sono mai stata a Tindari, in realtà della Sicilia ho visto molto poco, solo la zona di Taormina ma mi piacerebbe tanto girarla in lungo e in largo.
RispondiElimina